Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

266687
Sgarbi, Vittorio 28 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

acqueforti con le vedute di Vicenza (la Vicenza di Palladio, ma anche la Vicenza del suo bel fiume, il Bacchiglione) ebbi il primo sussulto di chi

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eminenti personalità del mondo politico, culturale, internazionale e nazionale. Chi vede un culatello lo considera un cibo prelibato; se, però, ne vede

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Chi si fermasse a Santo Stefano a dormire, avrebbe la sensazione di tornare in un tempo che non è il nostro, di compiere un viaggio all’indietro, in

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che comincia a nascere un collegamento, un dialogo fra chi vede e l’artista.

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negli ultimi dieci anni, ce ne sono almeno 35000 che non ho visto. Ora, chi sono questi? Chi sono gli artisti contemporanei? Sono i fotografi, i pittori

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Chi si occupa di arte contemporanea chi la studia, più di chi la colleziona deve quindi cercare espressioni che siano fresche, che siano alla moda

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possibilità di essere visti, con l’idea che non meritino, che non siano contemporanei o non lo siano abbastanza, e che chi si occupa di loro sia persona che

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possibilità di vederli nelle varie Biennali, ossia in quelle esposizioni ufficiali che per anni hanno stabilito in Italia chi fosse artista contemporaneo

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’impero Romano d’Oriente. Noi oggi lo studiamo come uno iato nella Storia, ma chi viveva allora avvertiva qualcosa di non immediatamente percepibile nei

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fra questi due accadimenti il primo dei quali, ricorderò, fu giudicato dal celebre compositore Stockhausen, con gran dispetto di chi lo ascoltava, come

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nostra vita dura ottanta, novanta, cento, anche centovent’anni per chi riesca o possa resistere molto all’ingiuria del tempo. Poi ce ne andiamo

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dal privato e andare verso una destinazione civile, un desiderio di dire a tutti, ma soprattutto per tutti, ossia per chi non sa o non può dire.

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con chi lo ha voluto. E importante conoscerne il committente, che spesso è il personaggio ritratto; è importante capire la sede cui è stato destinato; e

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L’opera d’arte contemporanea, dunque, nasce cieca: è un’opera che non sa da chi sarà guardata e che non guarda nessuno. Mentre è impossibile

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cronologico: contemporaneo è chi lavora e vive nel mio tempo, e, anziché ripetere in modo meccanico cose già fatte, propone idee nuove (“Nuovo! La parola che

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La coincidenza fra stile e immagine crea in questo modo un rapporto abbastanza automatico nonché anche per chi abbia attenzione e sensibilità

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A questo proposito, conviene accennare a Botero. Questo grande pittore colombiano, che può suscitare antipatia in chi non ami il grasso, ha intuito

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Occorre che chi colleziona dipinti di arte Guglielmo Janni, Pesi e trapezi, 1937. contemporanea sappia immediatamente dire: questo è l’autore. E

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Chiuso a chi? Chiuso da chi? Ha senso limitare a due o venti nomi la produzione artistica di un mondo inteso come epoca, inteso come paese? Ha senso

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cosa vede chi pensa. Per stabilire il principio che l’arte non è “cosa nostra”. In contrapposizione al dominio del mercato e della moda, le segnalazioni

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, ci ha fornito la diversa percezione che ha dell’arte chi non ne frequenta abitualmente i sanatori e gli ospedali.

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Damien Hirst, Away from the flock, 1995. quei pianoforti? Un’opera di Kounellis. E chi è Kounellis? L’artista che ha venduto le proprie opere alla

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paragonabile a quello che ne ha tratto, senza sborsare un euro, chi gestisce l’artista sul mercato dell’arte contemporanea? O ancora: perché abbiamo esposto

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reazioni - non sempre composte - anche la solidarietà di chi come me sostiene la libertà creativa dell’artista, che non ammette censure o cancellazioni

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ricostruzione meravigliosa che ogni volta consentiva all’immaginazione di “ri-creare”, di creare ex novo - come accade ancora a chi senta un’opera lirica

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La pittura, poi, ha subito traumi straordinari. Chi ha in mente un film di Max Ophüls o di Buster Keaton ha in mente Leon Battista Alberti e Piero

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figurativa e quella sperimentale, di cui la più accademica è quella di chi si sente avanguardia solo perché non sa dipingere, in un paradosso inestricabile

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Cinquecento entra in contrasto con la storia che quel muro rappresenta, esattamente come chi volesse sfregiare una tela di Caravaggio: in questo come in

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